Un microfono è un trasduttore elettrico: trasforma le onde sonore in energia elettrica
L’aggettivo cardioide si riferisce alla forma vagamente a cuore del campo di ricettività dei suoni dell’omonimo microfono
Diciamo che un microfono è uno di quegli oggetti da “trattare con cura”.
In realtà, la parte più delicata è costituita dal trasduttore interno; nel modello “a condensatore”, in particolare, questo è costituito da due lamine molto sensibili e poco resistenti agli urti. Motivo per cui, questo microfono, con ottime qualità di registrazione, viene spesso usato in studio in postazione fissa.
Per contro, il modello “dinamico” ha una discreta resistenza agli urti
È un termine anglosassone che si riferisce al riverbero che può insorgere quando si pronunciano nel microfono le consonanti p, b, t.
Si tratta di un effetto tipico dei microfoni a gradiente di pressione; in pratica, si esaltano le basse frequenze man mano che si avvicina il microfono alla fonte sonora.
È un tipo particolare di microfono a condensatore, noto anche come microfono a electret.
La carica elettrica è inserita nel dispositivo; in poche parole, funzionano a batteria.
Tuttavia, il segnale ottenuto è piuttosto debole e necessita di una pre-amplificazione per arrivare fino all’amplificatore.
Questo doppio passaggio inficia talvolta la qualità del suono.
Solitamente, la griglia è costituita da leghe metalliche (acciaio, carbonio, alluminio) che garantiscono una maggiore resistenza all’usura, agli urti e alle deformazioni.
Tutte le parti esterne sono in metallo, spesso rivestite di materiali inossidabili, per garantire una maggiore resistenza agli urti, ai maneggiamenti e alle interferenze. Questo per quanto riguarda prodotti di un certo livello.
Se si parla di articoli giocattolo, da bambini, spesso il rivestimento esterno è in plastica.
Questa struttura permette di sfruttare il principio della gabbia di Faraday (*), costituendo una protezione dalle interferenze elettromagnetiche che causerebbero un’alterazione delle alte frequenze.
(*) Per gabbia di Faraday si intende un qualsiasi contenitore, in materiale elettricamente conduttore, capace di isolare l’ambiente interno da un qualunque campo elettrostatico esterno.
Si tratta di un filtro antivento che, come dice il nome stesso, protegge dai rumori esterni (vento, appunto) durante le riprese all’aperto.
Esistono anche versioni a forma di cappuccio in spugna o schiuma.
La forbice dei costi è molto ampia e dipende da diversi fattori: il livello qualitativo, il modello, i materiali di fabbricazione, la marca, il tipo di trasduttore impiegato, le finalità di impiego.
Un microfono giocattolo da bambini può essere disponibile già intorno ai 10€, così come alcuni modelli di microfono dinamico che, tuttavia, per un livello qualitativo accettabile, hanno un range di prezzo medio dai 40 agli 80€.
Ovviamente, l’incremento dei prezzi è direttamente proporzionale all’aumento della qualità e della resa del suono: alcuni modelli professionali superano i 2000€.
Si. Molti pc sono già predisposti di un jack per il collegamento di un microfono; in caso contrario sarà sufficiente acquistare un adattatore.
Premesso che molti computer sono già provvisti di un microfono interno, l’uso suppletivo di un dispositivo esterno può migliorare la qualità audio di file che si possono produrre per puro divertimento, per hobby, per lavoro; spesso combinati con apposite webcam.
In epoca di smart working e video lezioni, possono essere utili per preparare presentazioni di progetti o lezioni con una qualità audio decisamente migliore rispetto a quella media offerta delle piattaforme di videochiamata.
È un modello di microfono compatto e dalle dimensioni molto ridotte che gli consentono di venir fissato con una clip, solitamente al bavero di una giacca o ad un indumento, comunque vicino alla bocca dell’oratore.
Lavalier è termine francese che indica un ciondolo, solitamente in pietra, pendente ad una catena.
Diciamo, in linea di massima, che un microfono è un articolo da maneggiare con cura, potendo venir danneggiato da una caduta o un urto importante.
In generale, però, i microfoni temono l’esposizione prolungata a temperature estreme, siano esse sotto il sole o ad un freddo rigido.
Inoltre, i componenti interni sono sensibili all’umidità che può alterare seriamente la resa finale del suono.
I microfoni si possono e si devono pulire ad intervalli regolari, venendo spesso accostati alla bocca degli utenti.
Le griglie esterne (la parte lavabile) possono essere pulite con un comune detergente ed uno spazzolino. Prima di rimontarle è bene assicurarsi che siano perfettamente asciutte.
Può capitare che si verifichi il cosidetto “filtraggio a pettine” (comb filtering). Esempio facile, due attori in teatro che parlino molto ravvicinati. Il problema è risolvibile regolando diversamente i volumi o indirizzando i microfoni ad altoparlanti diversi.
Le protesi generalmente funzionano con dei microfoni elettromagnetici, il cui utilizzo è pressoché circoscritto all’ambito medico.
L’alimentazione phantom viene utilizzata per alimentare i microfoni a condensatore che, pur essendo molto sensibili e quindi con un’elevata resa qualitativa, producono segnali acustici bassi che necessitano di una preamplificazione, alimentata con una tensione elettrica.
Non avendo una resa qualitativa particolarmente alta, viene generalmente usato nella telefonia o per le traduzioni simultanee. Taluni musicisti lo utilizzano per accordare i loro strumenti a corda.
L’espressione Inglese che letteralmente significa “collega ed usa” si riferisce a periferiche esterne ad un computer che possono essere usate collegandole semplicemente al computer, senza bisogno di seguire procedure di configurazione: chiavette USB, stampanti, monitor e anche microfoni.
In elettronica, l’impedenza è la forza di opposizione di un circuito al passaggio di una corrente elettrica alternata.
Il miglior microfono per voce è considerato il modello dinamico. Quello a condensatore è ritenuto il meglio per registrare musica, suoni ma anche voci: la resa qualitativa è molto alta.
Un manipolo di estimatori ritiene il modello a nastro capace di infondere un timbro inconfondibile alle registrazioni.
Rientrano nella categoria dei sensori audio senza contatto. Hanno dimensioni ridottissime che li rendono facilmente occultabili ed sono adatti agli ascolti da lunga distanza senza l’ausilio di ripetitori. Infatti, trovano largo impiego nelle intercettazioni.
Tutto dipende da cosa si vuol registrare: l’omnidirezionale riprende tutte le fonti in un raggio di 360°; qualora si desiderasse riprendere una fonte principale con altri suoni che restino di sottofondo si può optare per i modelli super o ipercardioide, a secondo della rilevanza che si vuole dare ai rumori di sfondo.
I microfoni monodirezionali sono studiati apposta per captare nitidamente la fonte posta loro di fronte, eliminando rumori circostanti.
La cosa ottimale sarebbe eliminare i rumori di fondo all’origine, cioè la registrazione dovrebbe avvenire in un ambiente “asciutto” privo di echi, riflessioni e rimbombi.
Per questi ultimi, una soluzione casalinga potrebbe essere il posizionamento del microfono di fronte ad un armadio aperto, in modo che gli abiti appesi funzionino da fonoassorbenti.
Mai! se si tratta di un microfono a condensatore. Sono molto sensibili all’aria e all’umidità e potrebbero venir danneggiati irreparabilmente.
No, solitamente va bene un qualsiasi microfono dinamico portatile. Magari è opportuna una protezione per i suoni chiusi come B e P.
Impugnare il microfono con due mani lo rende più vulnerabile alla risonanza. È un errore abbastanza comune.
La presa corretta è con una sola mano, con le labbra che sfiorano la griglia o comunque a non più di 15 cm di distanza.
Generalmente, più il microfono è vicino alla sorgente, maggiore sarà l’effetto di prossimità (accentuazione delle basse frequenze); contemporaneamente, tuttavia, diminuiranno rumore e riverbero.
Per contro, allontanando il microfono, diminuirà l’effetto di prossimità, ma aumenteranno rumore e riverbero.
La soluzione è fare delle prove, posizionando il microfono molto vicino alla sorgente ed allontanandolo gradualmente di 10 o 20 cm ogni volta. Ciò consentirà di stabilire la giusta distanza anche in riferimento all’ambiente in cui avviene la registrazione, all’effetto che si vuole ottenere e allo strumento che si sta usando.
I microfoni dinamici sono molto meno sensibili rispetto a quelli a condensatore; vengono per lo più impiegati nelle registrazioni dal vivo e quando è opportuno amplificare una sorgente forte.
Il filtro taglia-bassi serve ad attenuare le basse frequenze per ridurre, per esempio, il rombo prodotto dal vento ed ottenere una registrazione più pulita.
Il diagramma polare di un microfono è la rappresentazione grafica della sua sensibilità in base alla direzionalità del suono.